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Paul McCartney – Back In The World – Concert de Rome : interview

Nous vous livrons ci-après une interview de Paul confiée au journal italien “Corriere della Serra” :

Com?è nata l?idea?

«Sono stato al Colosseo da turista, qualche anno fa, con mia moglie e sono rimasto stupito. Quando mi è arrivata questa proposta l’ho trovata molto eccitante. Suonare in un luogo così carico di fascino e di storia, dove Nerone decideva vita e morte con il pollice… Certo, c’è uno sponsor, e per me è la prima volta, ma lo scopo è benefico».

Lo sa che c’è anche chi ha pagato 3000 euro?

«Bene, mi fa piacere. Tanto quei soldi non vanno nelle mie tasche. Non ho sensi di colpa. Il secondo concerto sarà gratis per tutti. E questo davvero mi piace».

Girerà un video nel Colosseo?

«Riprenderò tutto. Perché è un evento storico. Poi si vedrà».

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Sul palco in Europa lei sembra ringiovanito, pieno di entusiasmo ed energia…

«Io mi sto godendo la vita, il fatto di esserci e di fare un bellissimo lavoro. Da un anno ho una nuova moglie, Heather. Ho una nuova band, che è grande e godiamo nel rapporto musicale reciproco… un po? come con mia moglie. Ma questa è un’altra faccenda…».

Fa una certa impressione ascoltare nel concerto la sequenza «Here Today». «Something», «My Love», tributi rispettivamente a Lennon, Harrison e Linda (la moglie scomparsa, ndr)…

«Per noi il significato di molte cose è ancora oscuro. Sappiamo solo che la gente muore: i tuoi genitori, i tuoi cari, noi stessi moriremo. Perciò soffriamo. Ma tutto questo è reso sopportabile dall’amore. Penso spesso a John e a quello che è successo a New York. Però sono ogni giorno più felice nel ricordare il tempo trascorso con lui. Penso al privilegio di aver conosciuto, frequentato e amato (riamato) gente come lui, George, Linda».

A Roma canterà «All Things Must pass» di George?

«Sì, come feci a Londra per il tributo con Olivia e Dani (moglie e figlio di Harrison, ndr). Confesso: io non ho mai avuto interesse a studiare le canzoni di George, quand’era vivo. Poi Clapton mi ha consigliato questo brano. E ho fatto bene a dargli retta. A forza di ripassarlo mi son trovato a dire: “Dio, come mi piace” e lo canticchio mentre vado a dormire».

Sul suo pianoforte c’è un simbolo della pace. Lei, cittadino britannico, ma in prima fila per aiutare le vittime delle Twin Towers, come ha vissuto questa guerra contro l’Iraq?

«Tema difficile. A Pearl Harbour si sapeva benissimo chi era stato: i giapponesi. Qui la storia era meno chiara. Dovevano americani e inglesi entrare senza una seconda risoluzione dell?Onu? Ormai l’hanno fatto e non ha senso discuterne. C’è un dittatore in meno e speriamo che mettano al suo posto un uomo migliore di lui».

Ha sempre rapporti con Michael Jackson, che è il proprietario di molte edizioni di brani dei Beatles?

«Siamo stati amici per un periodo e abbiamo anche lavorato assieme. Ma ora le cose si sono fatte difficili. Gli ho voluto parlare come editore delle mie canzoni e lui non ha voluto ascoltarmi. Gli ho detto: “Io ho lavorato e tu mi paghi come trent’anni fa”. Lui ha replicato: “Mi rifiuto di parlare d?affari”. E’ difficile avere rapporti amichevoli con uno così. E’ un bravo ragazzo, ma ha avuto una vita difficile».

Le piacerebbe incontrare il Papa a Roma?

«Sì, certo, se mi invitasse».

Source : Dossier Spécial “Back In the World”

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